Lascia la tua terra-Sinfonia del congedo
Una silloge rivolta al futuro
di Marco Molinari
Testo pubblicato nel luglio 2019
In una nota introduttiva alla silloge Lascia la tua terra-Sinfonia del congedo, il poeta stesso precisa la titolazione e fornisce un viatico importante per entrare nei suoi versi: “Il pensiero chassidico spiega che queste parole sono essenzialmente un comandamento rivolto a ciascuno di noi: Mettiti in viaggio per scoprire te stesso. Lascia dietro di te ogni cosa che potrebbe trattenerti. Io ti mostrerò l’immagine della tua anima divina, il tuo vero io”. Da subito si comprende il clima in cui si sviluppa la poesia di Iori, intriso della lettura colta dal Vecchio Testamento, filtrata dai testi sapienziali e interpretativi, nonché dalle teorie psicoanalitiche novecentesche che hanno scandagliato l’animo umano. La raccolta ha la struttura di un diario di viaggio che, al posto dei luoghi, ha le seguenti direttrici: morte, nulla, dubbi, stupore, oltre. È singolare che il percorso spirituale inizi con la meditazione sul morire, ma in fondo è proprio dal supremo annullamento che deve partire la rinascita, con il troncamento nasce il futuro: “Grazie alla morte / la vita si disegna”. Nel suo andare a ritroso, subito dopo l’autore va incontro al nulla, spazio infinito, che si definisce attraverso due ossimori: “tenebra smagliante” e “boato di silenzio”. Nei deserti del nulla l’anima smarrisce ogni certezza e affiorano, in “un pantano di bolle”, i dubbi. Qui si trova il centro della raccolta: dalla messa in discussione della vita e del mondo, dall’incertezza della provenienza anche delle proprie parole, l’autore innesca la forza centrifuga che porta allo stupore. In questo stato di sospensione, dove la ragione e l’io trovano una tregua, prende avvio la sinfonia del congedo. Per guardare al futuro, suggerisce Iori, L’uomo deve perdersi internamente, rimanere senza parole, lasciare che lo stupore e la verginità del mondo ci indichino la nuova strada. “È festa / è festa grande / da stamane / non cammino più / da stamane / ho spento i muscoli…”, nel paradossale e straordinario incipit di questa poesia si trova racchiuso il messaggio autentico del libro di Iori. Il percorso di ricerca spirituale ci sta avvicinando, non a una soluzione – il saggio sa che non vi è mai una risposta univoca – ma a uno squarcio, a una breccia, all’oltre: “Rimarrà ancora / e forse per sempre / uno stretto sentiero…”. Ma poi, è importante chi percorrerà quel sentiero? “A volte il cielo piange / altre risplende / senza alcun bisogno / di uomini e donne”.
Lascia la tua terra-Sinfonia del congedo di Stefano Iori
Con frammenti di lettura
di Flavio Ermini, Giò Ferri, Rosa Pierno, Ida Travi
e cinque disegni dell’autore
(Fara Editore, 2017)
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